Restare soli e lo Stare soli

19.10.2024

Tra il restare soli e lo stare soli c'è un mondo intero.
Restare soli è una condanna dolceamara, una ferita aperta che brucia.

Tra il restare soli e lo stare soli c'è una soglia di vento, un confine sospeso di un ricamo antico. Restare soli è come un temporale che si addensa all'orizzonte, un buio che avanza lento e ti avvolge.  È un vuoto che rimbomba nel petto, un eco che non trova pace e si perde in stanze senza porte. È un abisso che chiama per nome, e la risposta si perde in un sussurro.

Stare soli, invece, è un atto d'amore verso se stessi, una tregua dall'incessante frastuono del mondo. È l'arte del raccogliersi. È sprofondare nella profondità dei propri sguardi, riconoscere negli occhi riflessi mille vite passate, come se ogni istante fosse già stato vissuto e ogni solitudine fosse stata un ritorno. Stare soli è un respiro profondo che scioglie le catene, un abbraccio invisibile che accoglie l'anima ferita e la culla fino a che non si rimargina ogni cicatrice.

C'è una danza nascosta tra questi due estremi, una melodia dolce e struggente che risuona nell'aria rarefatta. È una linea d'ombra che accarezza il volto, una penombra in cui ci si perde e ci si trova, senza sapere più se si stia cercando la fuga o l'approdo. Restare soli è l'attesa che si srotola lenta come una sera d'inverno, mentre stare soli è l'alba che sorge nel cuore della notte, quando le stelle iniziano a sbiadire e si intravede la luce che risveglia la pelle.

Tra il restare soli e lo stare soli, forse, non c'è differenza. Forse è solo un passaggio, un ponte sospeso sul nulla, un battito d'ali in cui ogni cosa scompare per poi ritrovarsi diversa, più vera, più nuda. E in quella nuda verità, c'è la pace di essere semplicemente ciò che siamo: frammenti di cielo che danzano sul filo di una solitudine che non è mai davvero solitudine, ma solo un modo diverso di ascoltare il proprio respiro.

La meraviglia scivola tra l'alba e il crepuscolo,
 come una nota sospesa nel canto del vento. È il fremito di un'onda che si schiude sulla riva, il sussurro di stelle che segrete danzano  e intessono nel cielo.

È un attimo d'eternità imprigionato nel volo di una momento, un respiro sospeso tra la luce e l'ombra, dove ogni cosa si tinge d'oro e l'infinito si riflette negli occhi socchiusi.

Svela ciò che tace, nel silenzio che si arrende al mattino, nello sguardo di un nuovo giorno che scopre il mondo.

La meraviglia è l'eco di un sogno antico,
 la voce segreta del cuore che palpita, sotto il velo di ciò che chiamiamo realtà.

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